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08 ottobre 2011

Letture per Domenica 9 Ottobre

 Domenica 9 ottobre 2011 –  Tono plagiale IV
Si celebra la memoria del nostro santo Apostolo Giacomo figlio d’Alfeo,dei Santi Andronico e Athanasia sua consorte.


Al mattutino si legge il  VI Vangelo della Risurrezione (Luca  24, 36-53):
I
n quel tempo mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona apparve in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Stupiti e spaventati credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la grande gioia ancora non credevano ed erano stupefatti, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. Poi disse: «Sono queste le parole che vi dicevo quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente all'intelligenza delle Scritture e disse: «Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. E io manderò su di voi quello che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall'alto». Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato verso il cielo. Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioia; e stavano sempre nel tempio lodando Dio. Amen.

Alla fine del piccolo Introito si canta:
Venite adoriamoci e prostriamoci davanti a Cristo! Salva o Figlio di Dio, che sei risorto dai morti, noi che a te cantiamo: Alleluia.
Apolytikion della domenica:
Sei disceso dall’alto, o misericordioso, hai accettato la sepoltura di tre giorni, per liberare noi dalle passioni: vita e risurrezione nostra, Signore, gloria a te.
Kontàkion della domenica:
Avvocata mai confusa dei cristiani, stabile mediatrice presso il Creatore, non disprezzare le supplici voci dei peccatori, ma accorri in aiuto tu che sei Buona, di quelli che a te gridano con fede: presto intercedi per noi, affréttati a salvarci, tu che sempre proteggi che ti onora, o Madre di Dio.

Letture:
Dalla seconda Lettera di san Paolo ai Corinzi (6, 16-18; 7, 1.):
F
ratelli non sapete voi che si unisce alla prostituta forma con essa un solo corpo? I due, saranno, è detto, un corpo solo. Ma chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito. Fuggite la fornicazione! Qualsiasi peccato l’uomo commetta, è fuori del suo corpo; ma chi si dà alla fornicazione, pecca contro il proprio corpo. O on sapete che il vostro copro è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio, e che non appartiene a voi stessi? Infatti siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo. In possesso dunque di queste promesse, carissimi, purifichiamo da ogni macchia della carne e dello spirito, portando a compimento la nostra santificazione, nel timore di Dio.

Dal Vangelo secondo Luca (7, 11-16):
I
n seguito Gesù si recò in una città chiamata Nain e facevano la strada con lui i discepoli e grande folla. Quando fu vicino alla porta della città, ecco che veniva portato al sepolcro un morto, figlio unico di madre vedova; e molta gente della città era con lei. Vedendola, il Signore ne ebbe compassione e le disse: «Non piangere!». E accostatosi toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Giovinetto, dico a te, alzati!». Il morto si levò a sedere e incominciò a parlare. Ed egli lo diede alla madre. Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi e Dio ha visitato il suo popolo»

 
Domenica 9 ottobre 2011 –  Tono I
Si celebra la memoria dei Santi Padri riuniti per la seconda volta a Nicea per il VII Concilio Ecumenico contro gli iconoclasti, nell’anno 787, durante il regno di Irene e di suo figlio Costantino il Parfirogenito, memoria del santo martire Loggino il Centurione.


Al mattutino si legge il  VIII Vangelo della Risurrezione (Giovanni 20, 11-18):
I
n quel giorno Maria stava all'esterno vicino al sepolcro e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla parte del capo e l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: «Rabbunì!», che significa: Maestro! Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma và dai miei fratelli e dì loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro». Maria di Màgdala andò subito ad annunziare ai discepoli: «Ho visto il Signore» e anche ciò che le aveva detto.

Alla fine del piccolo Introito si canta:
Venite adoriamoci e prostriamoci davanti a Cristo! Salva o Figlio di Dio, che sei risorto dai morti, noi che a te cantiamo: Alleluia.

Apolytikion della domenica:
Sigillata la pietra dei giudei, mentre i soldati erano in guardia del tuo corpo immacolato, sei risorto il terzo giorno, o Salvatore, donando la vita al mondo. Per questo le schiere celesti gridavano a te, datore di vita: Gloria alla tua risurrezione, o Cristo, gloria al tuo regno, gloria alla tua economia di salvezza, o amico degli uomini.

Kontàkion della domenica:
Avvocata mai confusa dei cristiani, stabile mediatrice presso il Creatore, non disprezzare le supplici voci dei peccatori, ma accorri in aiuto tu che sei Buona, di quelli che a te gridano con fede: presto intercedi per noi, affréttati a salvarci, tu che sempre proteggi che ti onora, o Madre di Dio.

Letture:
Dalla  Lettera di Paolo a Tito (3, 8-15):
Q
uesta parola è degna di fede e perciò voglio che tu insista in queste cose, perché coloro che credono in Dio si sforzino di essere i primi nelle opere buone. Ciò è bello e utile per gli uomini. Guàrdati invece dalle questioni sciocche, dalle genealogie, dalle questioni e dalle contese intorno alla legge, perché sono cose inutili e vane. Dopo una o due ammonizioni stà lontano da chi è fazioso, ben sapendo che è gente ormai fuori strada e che continua a peccare condannandosi da se stessa. Quando ti avrò mandato Artema o Tìchico, cerca di venire subito da me a Nicòpoli, perché ho deciso di passare l'inverno colà. Provvedi con cura al viaggio di Zena, il giureconsulto, e di Apollo, che non manchi loro nulla. Imparino così anche i nostri a distinguersi nelle opere di bene riguardo ai bisogni urgenti, per non vivere una vita inutile. Ti salutano tutti coloro che sono con me. Saluta quelli che ci amano nella fede. La grazia sia con tutti voi!

Dal Vangelo secondo Luca (8, 5-15):
I
l seminatore uscì a seminare la sua semente. Mentre seminava, parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la divorarono. Un’altra parte cadde sulla pietra e appena germogliata inaridì per mancanza di umidità. Un'altra cadde in mezzo alle spine e le spine, cresciute insieme con essa, la soffocarono. Un’altra cadde sulla terra buona, germogliò e fruttò cento volte tanto». Detto questo, esclamò: «Chi ha orecchi per intendere, intenda!». I suoi discepoli lo interrogarono sul significato della parabola. Ed egli disse: «A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo in parabole, perchè vedendo non vedano e udendo non intendano. Il significato della parabola è questo: Il seme è la parola di Dio. I semi caduti lungo la strada sono coloro che l’hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la parola dai loro cuori, perché non credano e così siano salvati. Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, accolgono con gioia la parola, ma non hanno radice; credono per un certo tempo, ma nell'ora della tentazione vengono meno. Il seme caduto in mezzo alle spine sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano sopraffare dalle preoccupazioni, dalla ricchezza e dai piaceri della vita e non giungono a maturazione. Il seme caduto sulla terra buona sono coloro che, dopo aver ascoltato la parola con cuore buono e perfetto, la custodiscono e producono frutto con la loro perseveranza».

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