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15 marzo 2012

La terza domenica della Grande Quaresima

PATRIARCATO ECUMENICO
SACRA ARCIDIOCESI ORTODOSSA D’ITALIA E MALTA
PARROCCHIA GRECO-ORTODOSSA DI SAN DEMETRIO MEGALOMARTIRE BOLOGNA

Via dé Griffoni, - 40124 Bologna - Italia. Tel. & Fax: 0039.051.271094

Cari fratelli e care sorelle,
Siamo già arrivati a metà della Grande Quaresima. La terza domenica della Grande Quaresima è un punto di svolta nel cammino verso la Santa Pasqua, sotto diversi punti di vista. In questo contesto, è estremamente significativo il Synaxarion che descrive il senso della festa. Il Triodion, libro liturgico che contiene gli uffici quaresimali, attribuisce a Niceforo Callisto Xanthopulos (XIII sec.), i sinassari che ne spiegano le feste, la loro origine e la loro disposizione nel calendario liturgico. Presentando il tema dominante della terza domenica, Xanthopulos dice: «Oggi celebriamo la festa della venerazione della preziosa e vivificante Croce: poiché durante i quaranta giorni di digiuno noi in qualche modo crocifiggiamo noi stessi, mettendo a morte le passioni che abbiamo in noi, e abbiamo una sensazione di amarezza a causa della nostra negligenza o del nostro scoraggiamento, ecco che viene esposta la vivificante Croce, per rianimarci e sostenerci, per incoraggiarci ricordandoci le Sofferenze del nostro Signore Gesù Cristo. Se il nostro Dio si è lasciato crocifiggere per noi, non dobbiamo forse fare altrettanto per lui? ….. Noi siamo come quelli che, percorrendo un lungo e aspro sentiero, si affaticano, e vedendo un albero rondoso si siedono un momento alla sua ombra e poi, come ringiovaniti, continuano il loro viaggio. Così oggi, in questo tempo di digiuno, di cammino difficile e di sforzo, la Croce vivificante fu piantata in mezzo a noi dai santi Padri per procurarci riposo e ristoro, per renderci leggeri e coraggiosi in vista del compito che resta da fare… Questa resima, ed è paragonata alle acque di Mara a causa della contrizione, dello scoramento e dell’amarezza prodotte in noi dal digiuno: come quando il divino Mosè gettò il suo bastone in mezzo alla sorgente per addolcirne le acque, o come quando Dio ci ha salvato spiritualmente dal Mar Rosso e dal Faraone, così il legno della preziosa e vivificante Croce addolcisce l’amarezza di un digiuno di quaranta giorni e ci consola per questa nuova traversata del deserto, fino a giungere alla Gerusalemme mistica attraverso la sua risurrezione. E poiché la Croce è per noi l’albero della vita, piantato nel paradiso, i santi Padri l’hanno giustamente piantata nel mezzo della santa Quaresima, ricordandoci ad un tempo l’avidità di Adamo e come questa fu annullata per mezzo del nuovo albero, gustando il quale noi non moriamo più, ma siamo tenuti in vita».
Durante il canto del congedo della Divina Liturgia, il Sacerdote, rivestito di tutti i suoi ornamenti, incensa la croce facendo tre volte il giro dell’altare; esce dal santuario portando la croce deposta su un vassoio ornato di fiori sopra la sua testa, preceduto da candele e incenso. Mentre il coro canta il tropario della Croce, il sacerdote depone il vassoio con la Croce su un tavolo posto al centro della navata, incensa di nuovo la croce tre volte girandole intorno, poi inizia la venerazione della Croce con la tripla grande metania, dove ciascuno si prostra per tre volte con la fronte a terra prima di chinarsi sulla croce e baciarla
Alla fine della venerazione della Santa Croce i fiori che la adornano vengono distribuiti ai fedeli e vengono custoditi davanti alla sacra icona della casa, come protezione della famiglia e della casa.
Nella nostra Parrocchia il rito sarà celebrato con un preziosissimo reliquario della Santa Croce, gentilmente prestato per l’occasione della Cattedrale della nostra città.
Buon spirituale.proseguimento
Il Parroco
Archimandrita
Dionisios Papavasileiou

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