Μέγαν εύρατο εν τοις κινδύνοις, σε υπέρμαχον η οικουμένη, αθλοφόρε τα έθνη τροπούμενον. Ως ουν Λυαίου καθείλες την δύναμιν, εν τω σταδίω θαρρύνας τον Νέστορα, ούτως Άγιε, μεγαλομάρτυς Δημήτριε, Χριστόν τον Θεόν ικέτευε, δωρήσασθαι ημίν το μέγα έλεος (Απολυτίκιο Αγίου Δημητρίου)

28 febbraio 2014

Domenica dei Latticini o del Perdono.(da Archimandrita Dionisios Papavasileiou)



PATRIARCATO ECUMENICO
SACRA ARCIDIOCESI ORTODOSSA D’ITALIA E MALTA
PARROCCHIA GRECO-ORTODOSSA DI SAN DEMETRIO MEGALOMARTIRE
Via dé Griffoni, 3 40123 – Bologna http: sandemetriobo.blogospot.com


No Prot.: -/2014                                         Bologna il, 27.02.2014


Carissimi parrocchiani ed amici,
Siamo ormai davanti alla porta spirituale, che ci introduce alla Santa e Grande Quaresima. La Chiesa, come ultima tappa di meditazione, ci offre la domenica che viene, così detta “ Vi descriviamo, con poche parole, il grande significato di questa domenica:
Quest'ultima domenica, prima della Grande Quaresima dei digiuni, è dedicata a due temi importanti: il perdono e il ricordo della cacciata dal Paradiso di Adamo ed Eva.
Il tema del perdono viene sottolineato dal passo del Vangelo di Matteo, che si legge nella Divina Liturgia, dove Gesù dice:
"se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe (Mt 6,14-15)".
La necessità del perdono nasce dal bisogno di essere riconciliati con Dio e con gli uomini, per poter fare un vero cammino quaresimale. Infatti, frutto del peccato è la divisione, mentre frutto dell'amore è la comunione. Chi cerca l'amore di Dio, non può che vivere cercando la comunione con i fratelli.
Nelle ufficiature del Vespro e del Mattutino, gli inni liturgici richiamano la nostra attenzione sul pianto di lamento, che Adamo compie per la sua nuova condizione:
"Sedette Adamo davanti al paradiso e piangendo la propria nudità così faceva lamento: aimè, mi sono lasciato convincere e depredare da un malvagio inganno e sono stato allontanato dalla Gloria; aimè, nudo e nella semplicità e ora mancante di tutto! O Paradiso, mai più godrò delle tue delizie, mai più vedrò il Signore, mio Dio e Creatore, perché me ne andrò alla terra dalla quale sono stato tratto. Abbi misericordia, o Pietoso, e a te io grido: abbi misericordia di me che sono caduto" (doxasticon del Vespro).
La Quaresima è il periodo, in cui piangiamo con Adamo ed Eva davanti al cancello chiuso del Paradiso e con loro ci pentiamo per i peccati che ci hanno privato della comunione con Dio. Ma, la Quaresima è anche un periodo in cui ci prepariamo a celebrare l'evento salvifico della morte di Gesù Cristo, che ha riaperto per noi le porte del Paradiso. Così il dolore per il nostro esilio nel peccato è temperato dalla speranza del nostro rientro in Paradiso.
La sera di questo stesso giorno, ai vespri del Lunedì, inizia la Grande Quaresima dei digiuni e l’astensione dai prodotti lattiero-caseari (l'astensione dalla carne è iniziata il lunedì precedente). Tutti i giorni della quaresima, eccetto il 25 marzo (festa dell'Annunciazione), il sabato e la domenica, sono aliturgici (non viene celebrata la Divina Liturgia); il mercoledì e il venerdì si celebra un ufficio di comunione detto dei Presantificati oProjasmena, ossia la comunione con l'Eucarestia consacrata la domenica precedente.
Anche nella nostra parrocchia questa domenica sarà celebrata con dovuta solennità. Alla fine della Divina Liturgia seguirà l'Officio del Grande Vespro del Perdono, inizio della Santa e Grande Quaresima. In esso dopo il Φώς ιλαρόν, il tempio sarà avvolto da un manto di buio, per mostrare il cambio del periodo liturgico. Infatti, la Quaresima è periodo di lutto spirituale, ma non di un lutto pieno di  disperazione. L'uomo entra in se stesso, medita sulla sua condizione interiore e spirituale e vede che non "piace al Signore", causa del peccato. Con le lacrime cerca di implorare la sua magnanimità e, fin qui, abbiamo il lutto. Mentre l'uomo entra in questa condizione spirituale e approfondisce la sua condizione, vede la grazia di Dio Padre avvolgerlo, consolarlo e perdonarlo. Così non si dispera, ma si riempie di gioia spirituale e la sua anima glorifica il suo Salvatore. Questo si chiama nella tradizione dei Santi Padri Lutto-gioioso. Ecco perché mentre il tempio sta nel buio, il sacerdote cambia il paramenti liturgici da bianco in nero, mentre le campane suonano a lutto.
In questa domenica, dopo la fine del Grande Vespro del Perdono sarà offerto a tutti formaggio, uova e olive, come vuole l'antica tradizione monastica.
·      Formaggio, perché oggi è l'ultimo giorno che si manga prima del Grande Digiuno quaresimale.
·      Uova, perché con l'uovo si chiude questo periodo e con l'uovo si apre dopo l'Officio della Resurrezione nella notte di Pasqua.  
·      Olive, perché simboleggiano il digiuno.

Vorrei avvertire tutti di un cambiamento di orario
della Celebrazione solo per questa domenica:
Domenica 2 marzo 2014:
Officio di Mezzanotte alle 8:15.
Officio del Mattutino alle 8:30.
Divina Liturgia alle 10:00
Grande Vespro del Perdono alle 11:15.

Buona domenica e buona e Santa Quaresima a tutti.

Il Parroco e Padre nello Spirito
Archimandrita
Dionisios Papavasileiou





22 febbraio 2014

Κυριακή της Αποκρέω - Domenica di vangelo del giudizio Finale

Αύριο Κυριακή (23-02-2014) ο Όρθρος ξεκινάει στις 9.00 και η Θ.Λειτουργία στις 10.20.   
Domani Domenica (23-02-2014) il Mattutino inizia alle ore 9.00 e la Divina Liturgia alle 10.208



Ευαγγέλιον της Κυριακής κατά Ματθαιον κε΄ 31-46
 
῞Οταν δὲ ἔλθῃ ὁ υἱὸς τοῦ ἀνθρώπου ἐν τῇ δόξῃ αὐτοῦ καὶ πάντες οἱ ἅγιοι ἄγγελοι μετ᾿ αὐτοῦ, τότε καθίσει ἐπὶ θρόνου δόξης αὐτοῦ, 32 καὶ συναχθήσεται ἔμπροσθεν αὐτοῦ πάντα τὰ ἔθνη, καὶ ἀφοριεῖ αὐτοὺς ἀπ᾿ ἀλλήλων ὥσπερ ὁ ποιμὴν ἀφορίζει τὰ πρόβατα ἀπὸ τῶν ἐρίφων, 33 καὶ στήσει τὰ μὲν πρόβατα ἐκ δεξιῶν αὐτοῦ, τὰ δὲ ἐρίφια ἐξ εὐωνύμων. 34 τότε ἐρεῖ ὁ βασιλεὺς τοῖς ἐκ δεξιῶν αὐτοῦ· δεῦτε οἱ εὐλογημένοι τοῦ πατρός μου, κληρονομήσατε τὴν ἡτοιμασμένην ὑμῖν βασιλείαν ἀπὸ καταβολῆς κόσμου. 35 ἐπείνασα γάρ, καὶ ἐδώκατέ μοι φαγεῖν, ἐδίψησα, καὶ ἐποτίσατέ με, ξένος ἤμην, καὶ συνηγάγετέ με, 36 γυμνός, καὶ περιεβάλετέ με, ἠσθένησα, καὶ ἐπεσκέψασθέ με, ἐν φυλακῇ ἤμην, καὶ ἤλθετε πρός με. 37 τότε ἀποκριθήσονται αὐτῷ οἱ δίκαιοι λέγοντες· κύριε, πότε σε εἴδομεν πεινῶντα καὶ ἐθρέψαμεν, ἢ διψῶντα καὶ ἐποτίσαμεν; 38 πότε δέ σε εἴδομεν ξένον καὶ συνηγάγομεν, ἢ γυμνὸν καὶ περιεβάλομεν; 39 πότε δέ σε εἴδομεν ἀσθενῆ ἢ ἐν φυλακῇ, καὶ ἤλθομεν πρός σε; 40 καὶ ἀποκριθεὶς ὁ βασιλεὺς ἐρεῖ αὐτοῖς· ἀμὴν λέγω ὑμῖν, ἐφ᾿ ὅσον ἐποιήσατε ἑνὶ τούτων τῶν ἀδελφῶν μου τῶν ἐλαχίστων, ἐμοὶ ἐποιήσατε. 41 τότε ἐρεῖ καὶ τοῖς ἐξ εὐωνύμων· πορεύεσθε ἀπ᾿ ἐμοῦ οἱ κατηραμένοι εἰς τὸ πῦρ τὸ αἰώνιον τὸ ἡτοιμασμένον τῷ διαβόλῳ καὶ τοῖς ἀγγέλοις αὐτοῦ. 42 ἐπείνασα γάρ, καὶ οὐκ ἐδώκατέ μοι φαγεῖν, ἐδίψησα, καὶ οὐκ ἐποτίσατέ με, 43 ξένος ἤμην, καὶ οὐ συνηγάγετέ με, γυμνός, καὶ οὐ περιεβάλετέ με, ἀσθενὴς καὶ ἐν φυλακῇ, καὶ οὐκ ἐπεσκέψασθέ με. 44 τότε ἀποκριθήσονται αὐτῷ καὶ αὐτοὶ λέγοντες· κύριε, πότε σε εἴδομεν πεινῶντα ἢ διψῶντα ἢ ξένον ἢ γυμνὸν ἢ ἀσθενῆ ἢ ἐν φυλακῇ, καὶ οὐ διηκονήσαμέν σοι; 45 τότε ἀποκριθήσεται αὐτοῖς λέγων· ἀμὴν λέγω ὑμῖν, ἐφ᾿ ὅσον οὐκ ἐποιήσατε ἑνὶ τούτων τῶν ἐλαχίστων, οὐδὲ ἐμοὶ ἐποιήσατε. 46 καὶ ἀπελεύσονται οὗτοι εἰς κόλασιν αἰώνιον, οἱ δὲ δίκαιοι εἰς ζωὴν αἰώνιον.

Vangelo di Domenica secondo Matteo 25.31-46  (il giudizio finale)

Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. [32]E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, [33]e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. [34]Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. [35]Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, [36]nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. [37]Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? [38]Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? [39]E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? [40]Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me. [41]Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. [42]Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; [43]ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. [44]Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? [45]Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me. [46]E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna».
 

19 febbraio 2014

Ψυχοσάββατο - Sabato delle anime (Programma degli uffici)





Το απόγευμα της Παρασκευής 21-2-14 για το Σάββατο των Ψυχών (κοινώς Ψυχοσάββατο) θα τελεστεί Εσπερινός μετά θείας Λειτουργίας που θα ξεκινήσει στις 18.30.
Venerdi 21-2-14 si terrà il vespro e la divina liturgia per il Sabato delle anime e si comincia alle ore 18.30.

15 febbraio 2014

Τής ψυχής τά χαρίσματα ασώτως διεσκόρπισα - ( Parabola del Figliol Prodigo)

Αύριο Κυριακή (16-02-2014) ο Όρθρος ξεκινάει στις 9.00 και η Θ.Λειτουργία στις 10.20.   
Domani Domenica (16-02-2014) il Mattutino inizia alle ore 9.00 e la Divina Liturgia alle 10.20


 
ὁ ἐχθρὸς ὁ παμπόνηρος ἐγύμνωσέ με, καὶ ᾖρέ μου τὸν πλοῦτον· τῆς ψυχῆς τὰ χαρίσματα ἀσώτως διεσκόρπισα,


Το ευαγγέλιο Της Κυριακής κατά Λουκά ΙΕ΄11-32
 11 Εἶπε δέ· ἄνθρωπός τις εἶχε δύο υἱούς. 12 καὶ εἶπεν ὁ νεώτερος αὐτῶν τῷ πατρί· πάτερ, δός μοι τὸ ἐπιβάλλον μέρος τῆς οὐσίας. καὶ διεῖλεν αὐτοῖς τὸν βίον. 13 καὶ μετ᾿ οὐ πολλὰς ἡμέρας συναγαγὼν ἅπαντα ὁ νεώτερος υἱὸς ἀπεδήμησεν εἰς χώραν μακράν, καὶ ἐκεῖ διεσκόρπισε τὴν οὐσίαν αὐτοῦ ζῶν ἀσώτως. 14 δαπανήσαντος δὲ αὐτοῦ πάντα ἐγένετο λιμὸς ἰσχυρὸς κατὰ τὴν χώραν ἐκείνην, καὶ αὐτὸς ἤρξατο ὑστερεῖσθαι. 15 καὶ πορευθεὶς ἐκολλήθη ἑνὶ τῶν πολιτῶν τῆς χώρας ἐκείνης, καὶ ἔπεμψεν αὐτὸν εἰς τοὺς ἀγροὺς αὐτοῦ βόσκειν χοίρους. 16 καὶ ἐπεθύμει γεμίσαι τὴν κοιλίαν αὐτοῦ ἀπὸ τῶν κερατίων ὧν ἤσθιον οἱ χοῖροι, καὶ οὐδεὶς ἐδίδου αὐτῷ. 17 εἰς ἑαυτὸν δὲ ἐλθὼν εἶπε· πόσοι μίσθιοι τοῦ πατρός μου περισσεύουσιν ἄρτων, ἐγὼ δὲ λιμῷ ἀπόλλυμαι! 18 ἀναστὰς πορεύσομαι πρὸς τὸν πατέρα μου καὶ ἐρῶ αὐτῷ· πάτερ, ἥμαρτον εἰς τὸν οὐρανὸν καὶ ἐνώπιόν σου. 19 οὐκέτι εἰμὶ ἄξιος κληθῆναι υἱός σου· ποίησόν με ὡς ἕνα τῶν μισθίων σου. 20 καὶ ἀναστὰς ἦλθε πρὸς τὸν πατέρα αὐτοῦ. ἔτι δὲ αὐτοῦ μακρὰν ἀπέχοντος εἶδεν αὐτὸν ὁ πατὴρ αὐτοῦ καὶ ἐσπλαγχνίσθη, καὶ δραμὼν ἐπέπεσεν ἐπὶ τὸν τράχηλον αὐτοῦ καὶ κατεφίλησεν αὐτόν.
21 εἶπε δὲ αὐτῷ ὁ υἱός· πάτερ, ἥμαρτον εἰς τὸν οὐρανὸν καὶ ἐνώπιόν σου, καὶ οὐκέτι εἰμὶ ἄξιος κληθῆναι υἱός σου.
22 εἶπε δὲ ὁ πατὴρ πρὸς τοὺς δούλους αὐτοῦ· ἐξενέγκατε τὴν στολὴν τὴν πρώτην καὶ ἐνδύσατε αὐτόν, καὶ δότε δακτύλιον εἰς τὴν χεῖρα αὐτοῦ καὶ ὑποδήματα εἰς τοὺς πόδας, 23 καὶ ἐνέγκαντες τὸν μόσχον τὸν σιτευτὸν θύσατε, καὶ φαγόντες εὐφρανθῶμεν, 24 ὅτι οὗτος ὁ υἱός μου νεκρὸς ἦν καὶ ἀνέζησε, καὶ ἀπολωλὼς ἦν καὶ εὑρέθη. καὶ ἤρξαντο εὐφραίνεσθαι. 25 ῏Ην δὲ ὁ υἱὸς αὐτοῦ ὁ πρεσβύτερος ἐν ἀγρῷ· καὶ ὡς ἐρχόμενος ἤγγισε τῇ οἰκίᾳ ἤκουσε συμφωνίας καὶ χορῶν, 26 καὶ προσκαλεσάμενος ἕνα τῶν παίδων ἐπυνθάνετο τί εἴη ταῦτα. 27 ὁ δὲ εἶπεν αὐτῷ ὅτι ὁ ἀδελφός σου ἥκει καὶ ἔθυσεν ὁ πατήρ σου τὸν μόσχον τὸν σιτευτόν, ὅτι ὑγιαίνοντα αὐτὸν ἀπέλαβεν. 28 ὠργίσθη δὲ καὶ οὐκ ἤθελεν εἰσελθεῖν. ὁ οὖν πατὴρ αὐτοῦ ἐξελθὼν παρεκάλει αὐτόν. 29 ὁ δὲ ἀποκριθεὶς εἶπε τῷ πατρί· ἰδοὺ τοσαῦτα ἔτη δουλεύω σοι καὶ οὐδέποτε ἐντολήν σου παρῆλθον, καὶ ἐμοὶ οὐδέποτε ἔδωκας ἔριφον ἵνα μετὰ τῶν φίλων μου εὐφρανθῶ· 30 ὅτε δὲ ὁ υἱός σου οὗτος, ὁ καταφαγών σου τὸν βίον μετὰ πορνῶν, ἦλθεν, ἔθυσας αὐτῷ τὸν μόσχον τὸν σιτευτόν. 31 ὁ δὲ εἶπεν αὐτῷ· τέκνον, σὺ πάντοτε μετ᾿ ἐμοῦ εἶ, καὶ πάντα τὰ ἐμὰ σά ἐστιν· 32 εὐφρανθῆναι δὲ καὶ χαρῆναι ἔδει, ὅτι ὁ ἀδελφός σου οὗτος νεκρὸς ἦν καὶ ἀνέζησε, καὶ ἀπολωλὼς ἦν καὶ εὑρέθη.
Ποίησόν με ὡς ἕνα τῶν μισθίων σου, ὁ δι' ἐμὲ ἐν Σταυρῷ τὰς ἀχράντους σου χεῖρας ἁπλώσας, ἵνα τοῦ δεινοῦ θηρὸς ἀφαρπάσῃς με, καὶ τὴν πρώτην καταστολὴν ἐπενδύσῃς με.

Vangelo di Domenica secondo Luca 15.11-32

11 Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. 12 Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze. 13 Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto. 14 Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. 15 Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci. 16 Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava. 17 Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! 18 Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; 19 non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni. 20 Partì e si incamminò verso suo padre.
Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. 21 Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. 22 Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi. 23 Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, 24 perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa.
25 Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; 26 chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò. 27 Il servo gli rispose: È tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo. 28 Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo. 29 Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici. 30 Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso. 31 Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; 32 ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato».

08 febbraio 2014

Κυριακή Τελώνου και Φαρισαίου - Domenica del Fariseo e del pubblicano

Αύριο Κυριακή (09-02-2014) ο Όρθρος ξεκινάει στις 9.00 και η Θ.Λειτουργία στις 10.20.   
Domani Domenica (09-02-2014) il Mattutino inizia alle ore 9.00 e la Divina Liturgia alle 10.20
 
Φαρισαίου τὸν τύφον, τῆς προαιρέσεως, καὶ τὴν προσηγορίαν, τῆς καθαρότητος, φύγωμεν πιστοί, ζηλοῦντες τοῦ Τελώνου καλῶς, τὴν ἠλεημένην, ταπείνωσιν καὶ γνώμην.

Ευαγγέλιον της Κυριακής κατά λουκάν ΙΗ΄ 10-14
Εἶπεν ὁ Κύριος την παραβολὴν ταύτην· ἄνθρωποι δύο ἀνέβησαν εἰς τὸ ἱερὸν προσεύξασθαι, ὁ εἷς Φαρισαῖος καὶ ὁ ἕτερος τελώνης. Ὁ Φαρισαῖος σταθεὶς πρὸς ἑαυτὸν ταῦτα προσηύχετο· ὁ Θεός, εὐχαριστῶ σοι ὅτι οὐκ εἰμὶ ὥσπερ οἱ λοιποὶ τῶν ἀνθρώπων, ἅρπαγες, ἄδικοι, μοιχοί, ἢ καὶ ὡς οὗτος ὁ τελώνης· νηστεύω δὶς τοῦ σαββάτου, ἀποδεκατῶ πάντα ὅσα κτῶμαι. Καὶ ὁ τελώνης μακρόθεν ἑστὼς οὐκ ἤθελεν οὐδὲ τοὺς ὀφθαλμοὺς εἰς τὸν οὐρανὸν ἐπᾶραι, ἀλλ᾿ ἔτυπτεν εἰς τὸ στῆθος αὐτοῦ λέγων· ὁ Θεός, ἱλάσθητί μοι τῷ ἁμαρτωλῷ.
Λέγω ὑμῖν, κατέβη οὗτος δεδικαιωμένος εἰς τὸν οἶκον αὐτοῦ ἢ ἐκεῖνος· ὅτι πᾶς ὁ ὑψῶν ἑαυτὸν ταπεινωθήσεται, ὁ δὲ ταπεινῶν ἑαυτὸν ὑψωθήσεται.

Ταπεινώσεως ὡς κλίμακι χρησάμενος, τρόπῳ Τελώνης πρὸς οὐρανῶν, ὕψος ἐπήρθη, τῆς ἀλαζονείας δὲ ἀρθείς, κουφότητι δείλαιος σαθρᾷ, ὁ Φαρισαῖος καταντᾷ, πρός ᾍδου πέταυρον.
Vangelo di Domenica secondo Luca 18.10-14 
Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l'altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo. Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore. Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell'altro, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato».

07 febbraio 2014

Αρχή Τριωδίου


Την Κυριακή η εκκλησία μας εισέρχεται εις μιαν λειτουργικήν περίοδον που ονομάζεται Τριώδιον και θα ολοκληρωθεί σύμφωνα με κάποιους Πατέρες την Κυριακή των Βαΐων ενώ σύμφωνα με κάποιους άλλους την Αγία και Μεγάλη Κυριακή του Πάσχα.

Η περίοδος αυτή, που περιλαμβάνει και την Μεγάλη Τεσσαρακοστή, έχει οριστεί από την εκκλησία μας ως περίοδος μετανοίας και αυστηράς νηστείας.

Γιατί όμως ονομάζεται Τριώδιο?

Στη λειτουργική ζωή της εκκλησίας και ειδικότερα στον Όρθρο υπάρχουν τροπάρια που ονομάζονται ωδές και κανόνες. Αυτοί είναι εννέα συνολικά και είναι αφιερωμένοι σε πρόσωπα της Παλαιάς Διαθήκης.

Κατά την περίοδο του Τριωδίου, όπως φανερώνει και το όνομα του, αντι να ψάλλονται 9 ώδες των κανόνων ψάλλονται μόλις 3. Η Α΄(αφιερωμένη στον Μωϋσή), η Η΄(αφιερωμένη στους 3 παίδας) και η Θ’ (αφιερωμένη στην Θεοτόκο).

Φυσικά κατά την διάρκεια της εβδομάδος και μέσα στις διάφορες Ακολουθίες εναλλάσσονται αυτές οι ωδές με τις υπόλοιπες αλλά πάντα ψάλλονται εις σύνολον 3 κανόνες με τις αντίστοιχες ωδές τους.

Η εκκλησία μας πολύ σοφά δεν ξεκινά απότομα την περίοδο της νηστείας-μετανοίας αλλά εισάγει τον πιστό σταδιακά εις την Μ. Τεσσαρακοστή (όπου το στάδιον των αρετών ανοίγει, όποιος θέλει μπορεί να εισέλθει και να αγωνιστεί όπως πανέμορφα λέγει το ιδιόμελον του όρθρου της Κυριακής της Τυρινής).

Ἐτσι πριν την έναρξη της Μ. Τεσσαρακοστής που ξεκινά με την Καθαρά Δευτέρα έχουμε 4 εβδομάδες προετοιμασίας των πιστών.
Δύο Κυριακές που είναι παραδείγματα μετανοίας και προτρέπουν τον πιστό εις την έναρξη του πνευματικού αγώνα και φυσικά στη μετάνοια και ειναι οι εξής:

Κυριακή του Τελώνου και Φαρισαίου
Κυριακή του Ασώτου

Η 3η Κυριακή ονομάζεται της Αποκρέω (αποχή από το κρέας) και σηματοδοτεί το τέλος της κατάλυσης κρεών από τον πιστό.
Η επόμενη εβδομάδα εμφανίζεται με μια σταδιακή νηστεία (αποχή μόνο από κρέας) αλλά κατάλυση γαλακτοκομικών προιόντων και ψαριού.

Και φτάνουμε στην τελευταία Κυριακή της Τυρινής ('η Κυριακή της Συγχωρήσεως επειδή τελείται ο Μέγας Εσπερινός της Συγγνώμης) όπου πλέον ο πιστός μπαίνει στο «κλίμα» της νηστείας και 



μετανοίας λίγο πριν την Καθαρά Δευτέρα ως άλλος Αδάμ που εκάθησε απέναντι του παραδείσου και έκλαιγε πικρώς (την Κυριακή της Τυρινής εορτάζουμε την ανάμνηση της εξόδου των πρωτοπλάστων από τον Παραδεισο της Εδέμ).

Ετσι και εμείς ας ξεκινήσουμε ως πνευματικοί αθλητές μια πνευματική και σωματική προετοιμασία για τον μεγάλο αγώνα της Μ. Τεσσαρακοστής και ο Χριστός ως «άλλος αγωνοθέτης» μας υπόσχεται τον αιώνιον στέφανον κατά την ημέραν της κρίσεως.